Musica&Parole Maddalena Cafaro

Buongiornoooooooooo Readers bentrovati! Continuano le ‘Giornate D’Autore’ targate:

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Oggi con me Miss Maddalena Cafaro:

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Che ci presenta la sua playlist con le mie proposte 😉

“Adam entrò nella sua stanza, si chiuse la porta alle spalle e solo allora si lasciò andare. Scivolò a terra, poggiandovi le mani, e iniziò a respirare più velocemente nel vano tentativo di tenere a bada le sue emozioni. Il dolore, che negli ultimi sessant’anni aveva tenuto a bada soffocandolo e relegandolo nel profondo della sua anima, si era liberato sommergendolo.

Aveva cercato in tutti i modi di dimenticare la sua dolce e piccola Livvy, il profumo dei suoi capelli, la luce dei suoi occhi, il sapore delle sue labbra.

Iniziò a colpire il pavimento con il pugno, cercando di soffocare un dolore con un altro più intenso. Tutte le barriere, create nel corso degli anni con tanta fatica, erano scomparse. Il rimorso e il senso di colpa gli piombarono addosso, proprio come se fossero passate solo poche ore da quando era stato costretto a togliere la vita alla donna che amava.“.

Aveva creduto di riuscire a gestire i suoi sentimenti, di poterla guardare con occhi diversi, distaccati, freddi. Ma era stata solo un’altra enorme bugia. Non appena l’aveva vista, era stato come la prima volta: tutto si era risvegliato in lui, il suo cuore aveva saltato i battiti e c’era voluta tutta la sua volontà per non mostrarsi e mandare tutto all’aria.”

 

 

«Adam…» Misha indicò la figura femminile ferma al centro del corridoio e si preparò, sollevando le mani in segno di difesa; la ragazza indossava un vestito dalle spalline sottili, lungo fino al ginocchio, e le braccia erano nude. Non indossava gioielli, ma l’attenzione di entrambi era tutta per il pugnale che aveva in mano. Misha fece un passo in avanti, lentamente. «Non vogliamo farti del male… Butta a terra il coltello e non succederà nulla.»

«Misha, non penso possa sentirti, guarda i suoi occhi» disse Adam facendogli notare lo sguardo vacuo.

Serena dondolò sulla punta dei piedi, oscillando avanti e dietro; il sorriso le illuminava il viso, mentre i capelli corvini le ricadevano sulle guance coprendo una buona parte del volto.

«Sono al servizio del mio signore e voi non siete graditi: dovete andarvene» recitò Serena senza alcuna inflessione nella voce.

Lol, Krilli

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