Ad ‘ Una Tazza di Tè con Krilli’ Incontriamo lo Scrittore Gino Pitaro

Ad ‘ Una Tazza Di Té con Krilli’ Incontriamo oggi Gino Pitaro scrittore e collaboratore presso Edizioni Ensemble.

Classe 1970, Gino Pitaro è di Vibo Valentia, ha un curriculum impressionante, che vanta una vasta gamma di esperienze lavorative, peraltro in ambiti molto diversi fra loro. Ha già vinto 4 premi nazionali e ha all’attivo ben due pubblicazioni:

Vediamo insieme qualche dettaglio:

il 30 giugno 2011 esce ‘ I giorni dei giovani leoni ‘ Arduini Sacco Editore

Mario, un giovane calabrese, studente in architettura che aspira al DAMS, è il tipico “fuori sede”. Egli trascorre la sua vita tra università, lavoro al call center e amici. L’esistenza di Mario è costellata di piccoli e grandi avvenimenti che formano il vario mosaico della sua vita. Incontri ora illuminanti o significativi, circostanze avventurose e drammi determineranno nuove tappe del destino. Su tutto, l’ombra dei mali giovanili e delle corse clandestine in auto.

Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata – 1° classificato narrativa
Il Musagete
agosto 2013

Il 16 maggio 2013 esce Babelfish – racconti dall’Era dell’Acquario
(Edizioni Ensemble). Subito apprezzato dalla critica ha conseguito 3 premi in brevissimo tempo.

Premio speciale Caterina Martinelli, II edizione
Premio Letterario Nazionale Caterina Martinelli
marzo 2014
Il premi o é stato conferito alla raccolta di racconti “Babelfish”.
Link: http://www.collianiene.org/concorso.htm.

Premio giuria per la raccolta di racconti a ‘Babelfish’
Premio Letterario Nazionale ‘Città di Parole’, III edizione
ottobre 2014
http://lacittadimurex.wordpress.com/2014/08/29/classifica-concorso-nazionale-di-narrativa-e-poesia-citta-di-parole-iii-edizione-2014/

Il premio è patrocinato dalla Città di Firenze, dall’AICS Firenze (coordinamento cultura) e dall’Associazione Rive Gauche – Artecinema.

Premio Letterario Nazionale ‘I Libri di Morfeo’
Associazione ‘I Libri di Morfeo’ – Sortino (Siracusa).
febbraio 2015
‘Babelfish’ premiato con il quarto posto per la sezione narrativa edita.
Link:
http://ilibridimorfeo.blogspot.it/2014/05/premio-letterario-i-libri-di-morfeo-i.html

Gino Pitaro è una persona affabile, si è dimostrato subito entusiasta di partecipare a questa iniziativa. Ci siamo fatti una chiacchierata via cavo, come sapete non amo le interviste fredde, spesso si pensa che ci sia una distanza incolmabile tra lo scrittore ed il lettore. Io sto cercando di azzerare questa distanza. Il lettore e lo scrittore non sono due entità distinte, ma bensì due parti integranti che interagiscono fra loro. Lo scrittore nel momento in cui scrive, trasferisce le sue emozioni sulla carta. Il lettore nel momento in cui legge riceve e vive quelle stesse emozioni…

Babelfish: E’ come una pianta che sbuca da sotto una roccia, delicata e apparentemente fragile, colpisce per la sua energia, sentimenti delicati che straripano come un fiume in piena. Personaggi reali (potremmo essere noi stessi i protagonisti) tratta di storie vissute, molto diverse fra loro. I protagonisti sono tuttavia accomunati dalla ricerca della propria identità. Cittadini del mondo, che non si sentono mai veramente a casa. Sei storie, sei insegnamenti di vita, rimarrete affascinati da quanto un libro possa farci riflettere sulle nostre vite e aprirci a nuovi orizzonti.

Vi lascio con le sue parole: Gli ho chiesto di raccontarmi della nascita di Babelfish e delle sue suggestioni in merito…
“ Non mi sono mai posto troppi problemi in merito. Quando scrissi ‘Babelfish’ non avevo una tesi da proporre ai lettori, però sentivo che questi racconti ‘premevano’. Io tradizionalmente preferisco scrivere e leggere romanzi, pur non disdegnando questo genere letterario che vanta inoltre autori eccellenti. Io invece sentivo di voler scrivere dei racconti, non volevo tradire i miei lettori vecchi e nuovi. Il tema di fondo è il nomadismo esistenziale, il vivere come cittadini del mondo che hanno delle radici, magari fluttuanti nell’aria, con un comune denominatore, l’identità di essere ‘solitari sociali’. Addirittura per ‘Babelfish’ non ho voluto che l’elemento unificatore fosse un tema specifico o un luogo”.

“Babelfish è nato e si è sviluppato in un periodo per me molto complesso, di transizioni, di cambi lavorativi, di viaggi e anche durante i miei incontri successivi all’uscita di ‘I giorni dei giovani leoni’. Il viaggiatore non è solo il turista o l’intellettuale che va nei luoghi per conoscerli, comprenderli. Il viaggio narrato in Babelfish è quando ti trovi nelle strade del mondo per necessità, per dovere, per impegni, per lavoro o altre eventualità, come quella di esserci ‘trasportati’. La differenza la si percepisce già quando di una qualsiasi città ci viene detto per esempio ‘Tu vieni qui e ti sembra tutto bello, ma se ci abiti è un’altra cosa’ o anche il contrario di questa affermazione: ‘Ti sembra tutto brutto, ma non è così’. Pur essendo luoghi per loro provvisori, i protagonisti di Babelfish ne condividono la quotidianità, vi si trovano – anche piacevolmente – per circostanze esterne, diverse. Il viaggio ha tante dimensioni, nessuna trascurabile, compreso quello interiore che è un aspetto della mia raccolta”.

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